Cos’è il rischio Radon? Facciamo chiarezza con il nostro tecnico Chiara.

Il radon è un gas naturale che si forma nel sottosuolo per reazione con elementi chimici presenti nelle rocce, una volta sprigionato risale in superficie e si disperde nell’aria che respiriamo. Se negli ambienti aperti non dà origine a concentrazioni elevate diluendosi nell’aria, nei luoghi chiusi può assumere valori rilevanti. Dopo il fumo del tabacco è considerato al secondo posto come causa di tumore al polmone provocando in Italia oltre 3mila decessi all’anno.

È un gas nobile radioattivo ossia i suoi atomi tendono a disintegrarsi fornendo una serie di “figli” radioattivi solidi, i quali aderiscono facilmente al pulviscolo presente nell’aria e una volta respirato si depositano nelle vie aeree più profonde. In questo modo il tessuto polmonare viene esposto a radiazioni che possono causare il tumore al polmone.

Il nuovo decreto legislativo n°101/2020 in vigore dal 27 agosto 2020, integra in un unico decreto il tema della protezione dei lavoratori in ambito professionale e quello della protezione della popolazione nelle abitazioni civili.

Le tre grandi novità rispetto alla normativa precedente sono:

  • Il “livello di riferimento”, se la concentrazione del gas radon risulta inferiore al livello di riferimento dovranno essere intraprese azioni di rimedio.
  • Il nuovo livello di riferimento per la concentrazione di radon è stato abbassato a 300 Bq/m3 medi annui.
  • Infine, sono stati introdotti i livelli di riferimento anche per le abitazioni civili oltre che per le attività lavorative.

La concentrazione del radon varia stagionalmente e giornalmente in funzione della pressione e della temperatura, per questo motivo la misurazione deve avere durata di un anno solare per coprire tutta la variabilità. Nel caso di superamento del livello di concentrazione radon, il decreto ha introdotto una nuova figura a cui affidare le azioni di rimedio idonee a ridurlo: l’esperto di risanamento radon.

L’esperto fornisce le indicazioni tecniche per la riduzione del radon negli edifici secondo le indicazioni tecniche internazionali e in futuro anche sulla base dei contenuti del piano nazionale radon.

In base all’art 16 la valutazione dell’esposizione al rischio radon deve essere fatta dagli esercenti di:

  • luoghi di lavoro sotterranei e semi sotterrati, o situati al piano terra localizzati in aree prioritarie a livello regionale;
  • stabilimenti termali.

Il datore di lavoro potrà affidarsi all’esperto di radioprotezione che possiede le cognizioni, la formazione e l’esperienza necessaria per la valutazione del rischio radon.

La prima valutazione dovrà essere effettuata entro 24 mesi dall’inizio dell’attività o dalla definizione delle aree di rischio.

Le misure andranno ripetute in seguito ad interventi strutturali e ad ogni modo ogni 8 anni se il valore ottenuto è inferiore a 300 Bq/m3. In caso di superamento del livello di riferimento, entro 2 anni e successivamente ogni 4 anni.

La norma prevede di ultimare la valutazione del rischio radon entro due anni dalla sua entrata in vigore ovvero entro agosto 2022 ed a causa del lungo tempo di analisi della concentrazione il D.lgs 101/2020 sancisce che entro agosto 2021 le strutture interessate attuino una campagna di campionamento del gas radon.

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